Fabio Frau: Blockbreaker

Blockbreaker - cover

 

paesaggio / scultura sonora su supporto digitale - 2002.

36 riprese sonore effettuate sulla linea tramviaria 10 a Torino nei mesi di maggio e giugno del 2002.
Riversate in digitale su PC e sovrapposte per comporre un volume sonoro della durata di 36 minuti, reiterabile ad libitum.
Plasmato successivamente sul modello del videogame "Block Breaker".
Montaggio in digitale realizzato da Marco Giaccaria eslusivamente con il software "TripleDAT" della Cre@mware.

BLOCKBREAKER è la soglia di volume dell'arte, è l'annientamento di un muro, è la penetrazione acustica del reale, è una Überwindung hegeliana, il superamento e nel contempo la conservazione dell'arte figurativa, che lascia spazio all'acustica ambientale secondo una nuova gerarchia dei sensi. 
In BLOCKBREAKER, come già in CHIELEMIEORE, paesaggio, l'opera d'arte si svuota lasciando spazio all'ambiente e l'artista si annienta ponendosi in ascolto.
BLOCKBREAKER è tutto ciò che è fuori dall'opera, è l'arte che guarda fuori di sé e scopre la realtà. L'opera si presenta quindi come il negativo di sé stessa, come un vuoto d'aria che cerca di conquistare il proprio spazio nel reale «ponendosi in ascolto». L'opera acustica è quindi paradigmatica proprio perché propone il confronto dell'udito con l'ascolto, facendosi strada in un mondo in cui l'artista è divenuto sonnambulo, nella vana convinzione di averlo già compreso.
BLOCKBREAKER mostra un'altra via, muovendosi nello spazio attraverso il suono, ma, paradossalmente, è proprio lo spazio che invade l'opera, mediante l'acustica dell'ambiente che la circonda. Ecco che il confine tra arte e non arte si fa labile e l'opera è tale solamente nei limiti delle capacità tecniche del mezzo utilizzato ai fini della registrazione, aldilà di ogni velleitarismo creativo, aldilà di un mondo fittizio, ricreato per consolazione nei confini di una tela.
BLOCKBREAKER è ciò che esiste intorno all'opera, ma soprattutto intorno all'artista, è l'ambiente sonoro dell'artista, che essendosi svuotato nella apprensione impersonale della tecnica, aspira all'assorbimento dell'ambiente nella sua totalità. Il non intenzionale mediato dall'artista è il paesaggio, oltre ogni canone, oltre ogni metro, se non quello dell'ascolto e dell'attenzione all'esserci nell'attimo dell'incisione.
La materia plasmata da BLOCKBREAKER, è l'atto, che nel suo farsi diviene opera, ineffabile, intorno al vuoto lasciato dall'opera stessa.
Torino, 5 ottobre 2002 - Salvatore Cubeddu


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